
Passata di pomodoro, pelati o pomodorini cosa scegliere per fare un sugo.
Il mio consiglio è quello di comprare e utilizzare sempre o pomodori pelati oppure pomodorini interi.
Se proprio hai bisogno della passata, che almeno sia passata fatta da una piccola azienda anche se può sembrare che costa un poco in più dovuto alla lavorazione artigianale e alla massima attenzione per la qualità del prodotto..
Perché i pelati sono 10 volte meglio?
Quando parliamo di prodotto industriale Il motivo per cui è meglio scegliere i pomodori pelati interi invece della passata è piuttosto intuitivo.
La passata è da sempre il prodotto meno nobile in una fabbrica di conserve, quello dove può andare a finire un po’ di tutto.
Gli scarti di lavorazione, quei pezzi tolti dagli operai mentre scorrono sui nastri trasportatori e altro ancora.
Tanto, una volta frullato tutto è difficile accorgersene e poi ci solo i vari additivi che mettono tutto a posto.
Al contrario, quando si apre un barattolo di pelati si vede il pomodoro intero.
Mentre lavorare pomodori interi in barattoli e conservarne il sapore è un arte, oltre che più costoso.
Quindi se non ti piacciono semini e pellicine, usa il passino, come facevano una volte le Mamme ai cui figli davano fastidio le bucce (mio figlio Simone fa parte di questa categoria).
Oggi purtroppo una società che mette il risparmio di tempo al primo posto ha completamento ribaltato la scala dei valori.
Realizzando il sogno di ogni industriale dell’agroalimentare che risparmia lavoro e materia prima per produrre beni di media o cattiva qualità paradossalmente facilissimi da vendere.
Sempre lo stesso discorso: come avviene per i salumi, le carni, il vino: la lavorazione e la chimica, sopperisce alla povertà e alla cattiva qualità della materia prima.
Quindi, fra passata di pomodoro, pelati e pomodorini io scelgo mille volte i pomodori pelatoi, o i pomodorini interi.
Magari di produzione artigianale, come quelli che puoi trovare nel negozio dei produttori di Solo Cibi Genuini.
Che puoi visitare cliccando sul link sotto:
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Passata di pomodoro o pomodori pelati: occhio alla provenienza
Se compri conserve rosse di piccoli produttori locali, magari da agricoltura biologica, nessun problema.
Ma come orientarti, invece, in un mercato invaso da derivati del pomodoro provenienti da qualsiasi parte del mondo?
Per darti un’idea: nel 2017, 1700 tonnellate di concentrato di pomodoro sono arrivate in Italia dalla Cina e dagli Stati Uniti.
Leggi sempre l’etichetta.
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L’etichetta è la prima arma che abbiamo per difendere la nostra salute.
Il 26 febbraio 2018 a Gazzetta Ufficiale pubblica il decreto del 16/11/2017 che impone di indicare la provenienza del pomodoro su tutte le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia.
L’etichetta deve quindi indicare:
Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato.
Se la coltivazione è avvenuta in più paesi, la dicitura Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE;
Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato lavorato.
Se avvenuta in più paesi, come sopra.